venerdì 20 settembre 2013

Dragonero - L'Uccisore di draghi


Dragonero # 1-4

Con il numero in edicola questo mese si conclude la prima, lunga, storia di Dragonero, serie fantasy della Sergio Bonelli Editore.

L’esordio di Dragonero, attraverso quattro albi, è stato positivo da un punto di vista della qualità degli albi e della storia, ben scritta, sceneggiata e disegnata, nonostante qualche inevitabile “leggerezza” dal punto di vista della resa grafica e della composizione dei dialoghi. Su questo punto teniamo presente che una storia in quattro albi, della Sergio Bonelli, è composta da un numero considerevole di tavole, che vengono disegnate e rifinite in un tempo molto lungo, per cui disegnatore e sceneggiatore/creatore dei dialoghi a volte faticano a mantenere sempre lo stesso livello e garantire perfetta continuità.


Ricordiamo che si tratta di un esordio per la serie regolare, non per il personaggio, Ian Aranill, ed i suoi compagni, poiché il “romanzo a fumetti” omonimo uscì nel 2007 (un’era geologica fa nel mondo in cui viviamo! ed anche nel mondo delle “nuvole parlanti”), pertanto sarebbe difficile esprimere un’opinione o anche solo semplici impressioni senza tenerne conto, specie per chi, come me, si era abbastanza esaltato per quel corposo e avvincente albo, dal sapore epico ed avventuroso, che solo in parte ho ritrovato in questi primi numeri.

Intendiamoci, sono senza dubbio un estimatore del lavoro svolto da Luca Enoch, Stefano Vietti e, per quanto riguarda i disegni, da Giuseppe Matteoni e Luca Malisan, per cui soggetto e sceneggiatura, curati e ben resi, sono sicuramente soddisfacenti e la parte grafica, anche tenendo conto come già detto della notevole quantità di tavole, è più che gradevole, con alcuni passaggi veramente mirabili (paesaggi ed interni della fortezza della Nera Signora soprattutto).


Pertanto il livello è buono, in alcuni momenti tende al buonissimo, ma sono ancora alla ricerca di una vera e propria caratterizzazione dei personaggi e del mondo di Dragonero, che per ora non è all’altezza di quanto mostrato nel 2007. Alcune ridondanze nei dialoghi e nelle situazioni hanno appesantito la lettura, un po’ di superficialità nel presentare e far uscire di scena personaggi e la relativa fretta nel concludere scontri e “resa dei conti” mi hanno lasciato perplesso, ma ho fiducia nel prosieguo della saga, più per fiducia in Enoch, poiché ho il timore che Vietti possa cedere alla tentazione di introdurre sottotemi e saghe parallele (come fatto in Nathan Never per intenderci).


Le basi sono un incontro fra classico e tradizionale (impero, città libere, razze in conflitto fra loro, gruppo eterogeneo di protagonisti) e una certa attenzione alle peculiarità più moderne (steampunk, ottima interazione fra i protagonisti, approfondimenti personali e tematiche ecologico-moderniste ad esempio).


Rimane comunque che il mondo di Dragonero trasmette fascino e ha tratti veramente coinvolgenti, presenta aspetti peculiari e grandi potenzialità che, se ben utilizzate e caratterizzate, potrebbero donare ai lettori soddisfazioni e ore di emozioni. Inoltre la presenza di una tecnologia che richiama decisamente il genere steampunk e l'uso maturo della magia sono elementi più che positivi della serie

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