domenica 13 aprile 2014

James Healer, di Yves Swolfs e Giulio De Vita

Ives Swolfs e Giulio De Vita sono due eccellenze nel campo del fumetto e della letteratura per immagini.
Come artista completo, sceneggiatura e disegni il primo, prevalentemente come disegnatore il secondo, capaci di produrre serie e storie di grande qualità, mai banali, sicuramente affascinanti e appaganti per il lettore.

Tra il 2002 ed il 2004 collaborarono alla creazione di James Healer, personaggio intrigante, sorta di “sciamano bianco”, sensitivo allevato dai pellerossa. Furono pubblicati solo tre albi che, nonostante la buona qualità e l’indubbio valore sotto il profilo della narrazione e della resa grafica, a tutt’oggi non hanno avuto un seguito, di alcun tipo.

Le premesse c’erano tutte e due anni fa la GP Publishing pubblicò le tre storie in un unico albo in quel formato che viene definito “bonellide”, ad un prezzo più che onesto.

Un fumetto per adulti, in particolare il primo blocco narrativo composto da due dei tre albi in quella pubblicazione riuniti, che cattura il lettore nonostante siano presenti molti personaggi, aggiungendo al plot giallo/poliziesco un tocco di soprannaturale, caratterizzato dalle visioni e dalle doti di James Healer. Un protagonista un po’atipico che non è esattamente al centro della scena, ma che a suo modo assiste al dipanarsi degli eventi, aiuta lo sciogliersi dei nodi narrativi alla pari, se non meno, di altri personaggi, evitando di divenire un fastidioso “deus ex machina”.

I disegni di Giulio De Vita, seppur penalizzati dal formato di pubblicazione, sono di livello elevato, molto precisi e dettagliati, per tavole ricche e suggestive, che incontrano bene il soggetto e la sceneggiatura di Yves Swolfs.

Potrei definire queste tre storie ed il personaggio di Healer come un anticipatore di caratteri e situazioni che ormai risultano inflazionate, quando non sinceramente fastidiose, presenti in certi serial televisivi che hanno fatto del connubio crimine-paranormale/criminologia-parapsicologia un marchio di fabbrica.

Ad un lettore che si accosti a questi albi senza tener conto che sono passati più di dieci anni dalla loro originale e prima pubblicazione sembrerebbe tutto una copia di quanto già visto in tv. Sarebbe una buona occasione, d’altra parte, se almeno una parte degli appassionati del genere si regalasse l’occasione di leggere le tre storie del sensitivo bianco allevato da uno sciamano. 
Yves Swolfs
Giulio De Vita

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