venerdì 16 ottobre 2015

Giallo, Noir & Thriller/27


Titolo: Süden – Il caso dell’oste scomparso
Autore: Friedrich Ani
Traduttore: Emilia Benghi
Editore: Emons:

Il protagonista di un romanzo di solito compone una buona parte del romanzo stesso, decretandone la fortuna o, viceversa, affossandone le possibilità di essere letto, apprezzato e diffuso, magari anche solo attraverso il “passaparola”.

Questa è la principale considerazione che ho fatto alla fine della lettura di “Süden – Il caso dell’oste scomparso”, di Friedrich Ani.
Il buon Tabor Süden è un ex poliziotto che si occupava di persone scomparse e di uno scomparso viene chiamato ad occuparsi, una volta assunto da una piccola agenzia di investigazione a Monaco di Baviera, città dove dopo tanti anni è ritornato. Chi deve cercare? Un oste che da due anni non fornisce più notizie su di sé, dopo aver abbandonato moglie e attività, ma allo stesso tempo è sulle tracce di suo padre, che non vede da quando era ragazzino e di cui è convinto di aver da poco ricevuto una strana telefonata.
 
Monaco di Baviera
Due indagini, insomma, una privata ed una professionale, condotte non solo parallelamente ma anche con le stesse modalità. Ovvero girovagando per la città, spesso in preda ai fumi dell’alcol, parlando con pressoché chiunque anche solo lontanamente possa fornirgli informazioni, perdendo tempo fra osterie, bar, ristoranti e bicchieri di birra e grappa svuotati ad una discreta velocità ad ogni ora del giorno e della notte e per di più andando a letto con una delle testimoni più attendibili appena dopo aver iniziato quello che sembra solo un simulacro di interrogatorio.

Un protagonista che in più di una pagina può risultare sgradevole e quindi stimolare antipatia, meditando anche di abbandonare la lettura di questo comunque intrigante giallo-noir. Questo perché se invece si riesce a prendere in simpatia questo ex poliziotto di mezza età, in sovrappeso e con evidenti problemi con l’alcol, il testo rivela una personalità interessante, che indaga con le parole ed i silenzi, attraverso una umanità che lo rende vicino al lettore, con una insolita e nascosta delicatezza unita ad un certo intuito e capacità di ascoltare e “conoscere” le persone.
 
Sylt

Così fra la Monaco già ricordata ed una remota isola delle Frisoni orientali, sul mare del nord, fra dune, onde e le immancabili bevute, Tabor Süden viene a capo dell’indagine, per un giallo che non ha morti, inseguimenti o sparatorie ma che parla al lettore e lo fa entrare in relazione con un personaggio che, in fondo, anche se non si riesce ad amare, quantomeno merita un po’ della nostra simpatia.

Immedesimazione totale, forte empatia, lunghi silenzi capaci di far emergere la verità. E nessun cellulare. Questo è lo stile di Tabor Süden, questi i suoi strumenti. Sulla cinquantina, tenace e introverso, Süden è stato un bravo poliziotto diversi anni fa, specializzato nel ritrovamento di persone scomparse. Ora una misteriosa telefonata del padre che non vede da 35 anni, lo riporta a Monaco, sua città natale. Ma Süden torna anche per il lavoro che gli viene meglio: il segugio. Ingaggiato da una piccola agenzia privata, si ritrova su un caso particolarmente tosto, un uomo sparito da quattro anni e dato ormai per morto, l’oste di un locale bavarese gestito assieme alla moglie. La pista seguita porterà l’ex commissario a Sylt, l’isola più a nord della Germania, luogo di gran fascino intriso di brezza e salsedine, profumo di aringhe e donne, dove a Süden si rivelerà una profonda verità: nessuno è quello che appare, soprattutto agli occhi di chi ti sta più vicino. (da ibs.it)



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