venerdì 15 luglio 2016

Giallo, Noir & Thriller/32



Titolo: La Banda dei Tre
Autore: Carlo Callegari
Editore: Time Crime Fanucci - 2013

Per omaggiare un genere, celebrarlo, le strade percorribili sono essenzialmente due. La prima consiste nel proporre un’opera che ne contenga gli elementi, le basi e i caratteri rappresentandoli al meglio ed in modo tanto classico ed elegante da rischiare di ritrovarsi con una fotocopia di qualcos’altro, magari ottima, ma che non contenga nulla che le faccia meritare di essere ricordata. La seconda, forse più rischiosa ma a mio parere maggiormente stimolante, è riuscire ad offrire un prodotto che come quello nel primo caso abbia tutto ciò che è proprio di un genere, ma mescoli gli ingredienti in modo originale fino al punto di avere di fronte qualcosa che stravolga stilemi e situazioni, personaggi e ambientazioni. Non mi riferisco ad una semplice parodia, ma a qualcosa di più, che segna un punto a favore dell’artista che la produce.

È questo il caso di Carlo Callegari con “La Banda dei Tre”, per le edizioni Fanucci-Time Crime.
Uno sberleffo divertito e divertente al genere hard-boiled, dove situazioni assurde, ambientazioni metropolitane, caratteri surreali ed elementi noir vengono abilmente shakerati per un romanzo che fa ridere, intrattiene e non si fa mancare situazioni pulp, in una trama che ha tutte le basi di una crime novel che si rispetti.
I toni da commedia e gli ingredienti di una detective story si incontrano e si dosano a vicenda, senza timore di lasciare spazio gli uni agli altri ed anche a situazioni grottesche, fino ad accenni di farsesco che servono per spingere il lettore a godersi ogni pagina. Non manca il sangue, anzi se ne trovano generose dosi, così come le risate.

Fin dai componenti della banda del titolo, improvvisata e legata a fattori contingenti, questi veramente propri del genere, crimine e commedia convivono e si fanno strada in quello che in fondo è un buon noir metropolitano, nel quale l’autore è consapevole di certe esagerazioni e “situazioni limite” che offrono una prospettiva per così dire obliqua su un genere letterario che viene esaltato da una scrittura corrosiva ed ironica, ma anche precisa nei dettagli forti, che cattura il lettore, lo fa anche ridere, senza scivolare nello scherzo o nel rischio del burlesco.
Un romanzo dissacrante, scritto con padronanza e competenza, perciò un apprezzabile esempio all’interno del genere noir, che riesce ad andare oltre l’omaggio, tanto sono curati anche i personaggi secondari e le ambientazioni.


Claudio Bambola è un agente della narcotici infiltrato a Padova. Dopo due anni di duro lavoro sta per portare a termine una retata da prima pagina che finalmente gli permetterà di cambiare vita: il sequestro di una partita da venti chili di cocaina purissima. Ma nello scambio della droga si intromette una gang di mafiosi russi, i fratelli Makarovic, e tutti i piani saltano. Durante la sparatoria Bambola uccide uno dei tre fratelli, e per sopravvivere si vedrà costretto a chiedere aiuto alle stesse persone che prima doveva incastrare: Tony Piccolo, un nano spacciatore e pistolero, e Silvano Magagnin detto il Boa, ex tossicodipendente convertitosi ai furti in appartamento e in perenne crisi mistico-religiosa, che diventeranno i suoi nuovi quanto improbabili compagni d'avventura. In un vorticoso susseguirsi di avvenimenti e colpi di scena, la banda dei tre verrà coinvolta in inseguimenti e sparatorie al limite del grottesco, sullo sfondo di una Padova notturna e di confine. (da ibs.it)




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