domenica 18 agosto 2013

Il Lungo Inverno - Le Storie 11


Il lungo Inverno, numero 11 della collana “Le Storie”.


Mi sto appassionando sempre più a questa collana, che ritengo di gran lunga la migliore attualmente pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore.

Potrei sbrigarmela con poche parole, ovvero “fatevi un favore, leggete Il Lungo Inverno”, poiché quest’albo, come quello precedente ed altri giunti in edicola nei mesi scorsi, propone qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile leggere ed ammirare in una serie a fumetti “genuinamente popolare”.

Ovvero qualità e approfondimento in una grande, bella, intensa storia. Narrazione lenta ma serrata, indagine nell’animo umano, spessore e profondità nel presentare, anche per brevi tratti e poche immagini, caratteri umani e situazioni. Dialoghi e “voce off” opportunamente composti e dosati, disegni, opera di Francesco Ripoli, talmente lontani dallo standard Bonelli che, sorprendentemente, si inseriscono benissimo in questa serie, comunicano e suscitano emozioni ed illustrano un albo ottimamente sceneggiato da Giovanni Di Gregorio (lo stesso del Maxi Dampyr n.5“Il Collezionista”).


Come nel precedente albo, “Nobody”, al centro della storia c’è un non eroe, Lars Svensson, un uomo senza particolari doti o qualità, che è protagonista di un viaggio. Un viaggio non verso od in un luogo fisico, ma nella sua mente ed in quella di altri personaggi che incontra e di cui inconsapevolmente condivide il destino. L’elemento che in quest’albo, nel precedente e forse in almeno un altro della serie, al centro delle vicende narrate ci sia un essere umano “ai margini”, senza meriti o virtù, senza specifiche capacità o impegnato in particolari eroismi, connota decisamente una scelta editoriale che, a mio parere, merita apprezzamenti, anche solo per il “coraggio” di essere portata avanti da una casa editrice molto classica e spesso giustamente accusata di immobilismo, se non di staticità editoriale ed artistica.


Riferimenti cinematografici ce ne sono e riconoscibili (Shining e Shutter Island almeno), così che il lettore risulti comunque accolto nella lettura e accetti di essere “spiazzato” da alcune tavole e passaggi narrativi, che invitano ad una, successiva e più meditata, rilettura.


Una nota per la copertina, opera di Aldo Di Gennaro: una delle migliori della serie e probabilmente fra le più belle uscite nell’ultimo anno.


Da sergiobonellieditore.it: Una banale dermatite, niente di grave… Per curarsi, Lars Svensson si reca in una remota clinica termale, nel gelo eterno della Lapponia. C’è qualcosa di sinistro, però, in quelle stanze buie…  Sparizioni, piccoli misteri e cupe ossessioni tormentano gli ospiti dello stabilimento. Cosa si nasconde dietro la trama impalpabile di questo gioco d’ombre?

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